La sopravvivenza media al tumore rene avanzato è aumentata di 11 mesi, il rischio di progressione della malattia o di morte è stato ridotto del 42% e la sopravvivenza libera da progressione media è raddoppiata, con i benefici mantenuti per oltre 5 anni.
Questi sono i risultati finali dello studio di fase III CheckMate 9Er su cabozantinib più nivolumab rispetto a sunitinib in pazienti con carcinoma renale avanzato (aRCC) non precedentemente trattato, presentati al Simposio genitourinario dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO GU) a San Francisco, California.
Nel 2022 si sono verificati in tutto il mondo oltre 400.000 nuovi casi di tumore al rene,di cui il 90% RCC. Tra questi, il 30% dei pazienti era già in fase avanzata al momento della diagnosi e il 60% di questi pazienti non ha ricevuto un trattamento di seconda linea. Il tasso di sopravvivenza in questi casi è di circa il 17%. Quindi la combinazione di cabozantinib e nivolumab sta dimostrando significativi benefici a lungo termine per più di cinque anni, confermandosi così un trattamento standard che permette ai pazienti una maggiore sopravvivenza.
Ne parliamo al Fizz Show con Camillo Porta, Professore Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università di Bari “A. Moro”, e Direttore della Divisione di Oncologia Medica presso l’Azienda Ospedaliera-Universitaria Consorziale Policlinico di Bari.