Suicidio e alimentazione: esistono nutrienti che riducono rischio di depressione? Ogni anno nel mondo oltre 800.000 persone muoiono a causa del suicidio e questa è solo una stima parziale rispetto all’impatto che tale fenomeno ha sulla società. Dati sempre più convincenti evidenziano la funzione di una dieta appropriata anche nella gestione dei disturbi psichiatrici. I meccanismi attraverso i quali la nutrizione può impattare sulla salute mentale sono vari e oggi sempre più studiati dalla psichiatria. Infatti, educare la popolazione e i pazienti è importante per promuovere e migliorare il benessere psicologico. In questo ambito i cosiddetti nutraceutici, ossia formulazioni che combinano la nutrizione e la farmacologia hanno il potenziale per contribuire alla gestione dei disturbi mentali. Molti nutrienti hanno un chiaro collegamento con la salute del cervello, tra cui: omega-3, vitamine del gruppo B (in particolare acido folico e B12), la colina, ferro, zinco, magnesio, S-adenosilmetionina (SAMe), la vitamina D, e amminoacidi. Ne parliamo al Fizz Show con il prof. Maurizio Pompili, vice-Presidente della International Association for Suicide Prevention (IASP) e responsabile del Servizio per la Prevenzione del suicidio presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea-Sapienza Università di Roma.